Insigne Collegiata Chiesa Madre della SS. Annunziata al Castello

La chiesa Collegiata della SS. Annunziata, nella piazzetta del Castello, è opera dell'architetto di Arpino Pacifico Mastroianni, con la facciata che guarda verso la valle in posizione dominante. Risalente alla metà del ‘400, l'insigne collegiata fu modificata nel 1750 in stile barocco. Ha subito vari ed importanti restauri sia in seguito alla Seconda Guerra Mondiale che ai terremoti del 1915 e 1984. Si provvide anche ad innalzare al di sopra della facciata della chiesa due grandi statue in cemento, ad altezza naturale, raffiguranti S. Pietro Martire, patrono della città, ed il concittadino S. Tommaso d'Aquino.
L'interno della chiesa è a pianta rettangolare a croce latina, molto capiente. Essa ha tre navate, un'abside centrale e un ampio presbiterio. I soffitti, dopo il terremoto del 1915, sono stati rifatti in cemento armato a forma di cassettoni con grandi rosoni dipinti. Lungo le navate laterali sopra gli altari ammiriamo i seguenti quadri: la Madonna e il Bambino con S. Biagio e S. Antonio Abate, opera anonima forse del tardo Cinquecento, la Madonna della Libera, S. Monica e S. Agostino e la Madonna del Purgatorio, tutti olii su tela. Il pulpito nella navata centrale, forse del Quattrocento, è opera in legno realizzata da valenti intagliatori locali, così come lo sono il tronetto, i confessionali e il coro.
La cupola al centro della croce latina è completamente affrescata ed è opera dell'architetto di Como Cristoforo De Donatis. Nella cantoria, in fondo alla navata centrale, è posto un organo antico restaurato nel 1961. L'opera più importante conservata in questa chiesa è al centro dell'abside: la SS. Annunziata (1754), dipinto ad olio su tela, opera del pittore napoletano Francesco De Mura (1696-1782), uno dei maggiori allievi del famoso Francesco Solimena. Sul braccio destro del transetto ammiriamo il quadro ad olio su tela raffigurante la Pietà, copia fedele del celebre quadro di Sebastiano del Piombo e sul lato sinistro, un altro dipinto ad olio su tela, raffigura l'Ultima Cena, pregevole copia del noto quadro di Paolo Veronese. Attraverso la stanza del Battistero si accede alla cappella sotterranea della Congrega della SS. Pietà. Bello l'altare in marmo. Il campanile, restaurato dopo il terremoto del 1915, aderisce con un lato alla chiesa ed è a quattro piani. Le tre campane sono elettrificate ed hanno un peso di 60 kg., la più piccola, e di due quintali e mezzo la più grande.

Città di Roccasecca

Propter acquae penuriae id facere dissuasus, descendit ed in lateree eiusdem Montis Rocca, quae, Sicca nuncupatur, aedificavit.

Leone Ostiense

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